lunedì 25 settembre 2017

CUB TRASPORTI https://www.cub.it/cub-trasporti/campagna-di-ricorso-gerarchico-contro-l-adesione-obbligatoria-al-fondo-pensione-priamo.html

CUB TRASPORTI FA LA DIFFERENZA 

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AUTOFERROTRANVIERI: A COSA SERVE IL VERSAMENTO DEL
CONTRIBUTO MENSILE “OBBLIGATORIO” AL FONDO PRIAMO?

Il 5 aprile 2017 Asstra – Anav - Fit-Cisl, Filt-Cgil, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugl Fna hanno definito importi e modalità diattuazione di quanto sottoscritto in occasione del rinnovo del CCNL autoferrotranvieri del 28 novembre 2015.
In questo accordo, al comma “A” dell'articolo 38, hanno convenuto di istituire per tutti gli Autoferrotranvieri con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, un contributo mensile da versare al Fondo Priamo a carico dell'azienda, stabilendo che: per i lavoratori iscritti a Priamo alla data del 1° luglio 2017, o che si iscriveranno successivamente, il contributo è aggiuntivo rispetto a quanto previsto per l'iscrizione in essere;
 per i lavoratori che alla data del 1° luglio 2017 non risultano ancora iscritti a Priamo, tale contributo comportal'adesione contrattuale degli stessi al Fondo, senza ulteriori obblighi contributivi neppure a carico delle aziende.
La somma destinata al Fondo, quale costo complessivo per previdenza integrativa a carico azienda era stata già fissata in€90 annui con decorrenza luglio 2017 e l’accordo stabilisce le modalità di versamento, al netto dei contributi di solidarietà, per l'anno in corso ed il successivo:

 2017: € 21,80 entro la fine del mese di luglio e €12,00 per le cinque mensilità successive.

2018: 12 versamenti mensili da € 6,80 per ogni lavoratore.

Gli importi verranno riproporzionati in caso di lavoratori part-time sulla base della durata del periodi di lavoro e corrisposti per i soli mesi lavorati in caso di inizio o cessazione del rapporto di lavoro in corso d'anno, prendendo a riferimento come mese intero la frazione superiore ai 15 giorni.
Questa somma verrà versata per tutta la durata del rapporto di lavoro dei dipendenti ai quali si applica il CCNL degli Autoferrotranvieri – Internavigatori (Tpl – Mobilità). Tale erogazione non potrà essere sospesa né revocata, né potrà cessare in caso di richiesta di trasferimento ad altro Fondo Pensionistico da parte del lavoratore.
Per i lavoratori non iscritti al Fondo Priamo alla data del 1/7/2017, il versamento della quota mensile comporta l'adesione contrattuale al Fondo di previdenza complementare senza altri obblighi contributivi, né a loro carico, né a carico dei datori di lavoro; viene altresì stabilito l'esonero dalla quota di iscrizione. Adesioni successive comporteranno un costo una tantum in cifra fissa a carico sia del lavoratore, sia del datore di lavoro che andrà ad alimentare inizialmente il “comparto garantito” del Fondo, salvo differenti successive scelte.
Per i lavoratori già iscritti al Fondo Priamo alla data del 1/7/2017, e per coloro che vi aderiranno successivamente sia in forma esplicita, sia tacita, la nuova quota mensile è da considerarsi aggiuntiva rispetto ai contributi già versati da aziende elavoratori e sarà destinata al Comparto del Fondo già indicato dal lavoratore.
Ora, la cifra di 90 € divisa 12 mesi è uguale a 7,50€ e non è rilevante ai fini dell’incremento dello stipendio,
proprio perché sottratti agli aumenti salariali in sede di rinnovo del CCNL e conseguentemente anche da tutti gli istituti riflessi e non produrrà alcun beneficio al lavoratore, in quanto ammontano a 900€ in 10 anni, ai quali vanno detratte le spese per la gestione del fondo.

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MENTRE 900€ X 110.000 AUTOFERROTRANVIERI FANNO 99 MILIONI DI EURO, IN 10
ANNI, DRITTI NELLE CASSE DI PRIAMO GESTITO DA AZIENDE E SINDACATI..!
PER CUB Trasporti e SGB, QUINDI, QUEST’ACCORDO, SERVE SOLO
A RISANARE LE CASSE DI PRIAMO, CON I SOLDI DI TUTTI GLI
AUTOFERROTRANVIERI, ANCHE NON ISCRITTI AL FONDO..!

Cub e Sgb: “Le morti sul lavoro non sono mai casuali”

Cub e Sgb: “Le morti sul lavoro non sono mai casuali”

lunedì, 4 settembre 2017, 16:17

Risultati immagini per cub sgb basta mortiAnche Cub e Sgb intervengono dopo la tragedia che ha visto due operai della ditta Morelli perdere la vita a seguito del cedimento del braccio meccanico di una gru a Lucca chiedendo delucidazioni sulle condizioni di sicurezza in cui operavano le due vittime.

“Le cadute dall'alto - esordiscono - rappresentano il 30 per cento delle morti sul lavoro e dei gravi infortuni che determinano invalidità permanenti e invalidanti. Non c'è niente di casuale nella morte sul lavoro. 

I nostri pensieri e la nostra solidarietà sono rivolti ai due operai morti a Lucca e ai loro familiari, ma allo stesso tempo forte è la richiesta che si faccia piena luce sulle dinamiche dell'accaduto”.


“Urge - proseguono - conoscere la valutazione dei rischi, le misure di prevenzione correlate all’uso di piattaforme di lavoro mobili elevabili, i fattori di rischio, la portata e l’ inclinazione del terreno, il carico nominale, la valutazione di interferenze, tutti elementi che dovrebbero far parte di un documento di valutazione del rischio dalla cui analisi debbono partire le indagini della magistratura e le valutazioni del caso. Urge inoltre conoscere se la piattaforma fosse stata messa in commercio nel pieno rispetto sostanziale delle rigorose procedure di sicurezza stabilite dalla "Direttiva Macchine" e se fosse tenuta in manutenzione e verificata regolarmente da enti abilitati, secondo quanto stabilito dal Testo Unico sulla sicurezza. Urge infine conoscere se i lavoratori vittime dell'incidente fossero stati adeguatamente informati, formati e soprattutto addestrati sull'utilizzo della piattaforma elevatrice, secondo quanto stabilito dal Testo Unico sulla sicurezza e dal collegato Accordo Stato/Regioni, per chi utilizza questo tipo di attrezzature”.


“Ma la sicurezza - incalzano - dovrebbe essere parte integrante dell'appalto, con controlli da parte della stessa committenza, soprattutto se si tratta di enti pubblici che in materia di salute e sicurezza dovrebbero essere da esempio. La promozione di eventi e festival, che ormai caratterizza l'offerta culturale e turistica dei comuni italiani, avviene troppe volte senza valutare con attenzione le condizioni di lavoro dell'appaltatore. Spesso i capitolati impongono tempi di realizzazione e mole di lavoro per le quali occorrerebbero sovente più lavoratori. Ma gli appalti sono costantemente costruiti al ribasso e a rimetterci sono gli operai, rischiando la salute e addirittura la loro stessa vita in condizioni di lavoro ben al di sotto degli standard minimi di sicurezza”.


“Le morti degli anni scorsi - aggiungono - nel montaggio dei palchi per i concerti hanno messo in luce una realtà fatta di sfruttamento e di scarse norme a tutela dei lavoratori e della loro sicurezza. Ma ancora più gravi sono i procedimenti disciplinari in corso contro delegati e lavoratori che pubblicamente hanno denunciato le scarse norme a tutela della sicurezza (in aziende pubbliche e private) per non parlare poi della depenalizzazione di numerosi reati, del resto gli interventi del legislatore negli ultimi anni sono stati solo funzionali ai datori di lavoro e alla loro impunità”.


“Cub e Sgb – concludono - chiedono che sia fatta piena luce e sia resa giustizia ai due lavoratori e ai loro cari. Allo stesso tempo urge cambiare rotta in materia di appalti perché la tutela della sicurezza non sia considerata un optional ma un elemento irrinunciabile, al pari della valutazione di orari e carichi di lavoro. Serve più sicurezza, basta con le solite   parole, servono fatti, gli strumenti ci sono per averne di più, formazione a lavoratori ed imprenditori anzi "concessionari". Servono sanzioni pesanti ai recidivi. Servono tutele per chi denuncia che non si lavora in sicurezza, anziché rischiare il licenziamento per questo. Tutti dobbiamo fare qualcosa in più, morire di lavoro è inaccettabile
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"Basta morti sul lavoro": l'appello di Cub e Sgb 21.09.2017

               "Basta morti sul lavoro": l'appello di Cub e Sgb


giovedì, 21 settembre 2017, 09:5


Giovanni Regali (Cub Trasporti) e Federico Giusti (SGB) rispondono al consigliere con delega al lavoro Guidotti a seguito di alcune affermazioni rilasciate a mezzo stampa in merito agli appalti e alla sicurezza sul lavoro.


“Quanto affermato dal consigliere di Lucca con delega al lavoro Guidotti – esordiscono - è formalmente corretto, infatti “Nei contratti rientranti nel campo di applicazione del Titolo Quarto del Decreto Legislativo 81/08, relativo ai cantieri temporanei o mobili, l'analisi dei rischi da interferenze e la stima dei costi per la sicurezza sono contenuti nel piano di sicurezza e coordinamento (della ditta appaltatrice) e, quindi, non è necessaria la redazione del DUVRI”.
“Guidotti tuttavia – incalzano -, da buon politico, gioca sull’equivoco, in quanto le attività svolte per il disallestimento degli addobbi di cui all’incidente mortale NON rientravano nel campo di applicazione del Titolo Quarto del Decreto Legislativo 81/08, in quanto NON erano assolutamente cantieri temporanei e mobili (secondo la definizione di cui all’articolo 89, comma 1, lettera a) e allegato 10 del Decreto), cioè luoghi “in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile”.


“Trattandosi comunque di attività appaltata – proseguono - per le quali è prevista una precisa responsabilità da parte del committente, le attività di cui sopra rientravano  invece nel campo di applicazione del Titolo Primo del Decreto e in particolare dell’articolo 26. I primi commi dell’articolo 26 si applicano ai casi in cui il committente appalti a ditte o a lavoratori autonomi attività lavorative all’interno della propria azienda, ma non è questo il caso dell’attività di cui all’incidente mortale”. 
“In tal caso – aggiungono - (soggetto pubblico che appalta lavorazioni non all’interno degli immobili del soggetto, ma in aree di proprietà demaniale o di terzi) si applica invece pienamente il comma 3-ter, che recita: “Nei casi in cui il contratto sia affidato dai soggetti di cui all’articolo 3, comma 34, del Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 [“Codice degli appalti pubblici” oggi abrogato e sostituito dal Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50], o in tutti i casi in cui il datore di lavoro non coincide con il committente, il soggetto che affida il contratto redige il documento di valutazione dei rischi da interferenze [DUVRI] recante una valutazione ricognitiva dei rischi standard relativi alla tipologia della prestazione che potrebbero potenzialmente derivare dall’esecuzione del contratto. Il soggetto presso il quale deve essere eseguito il contratto, prima dell’inizio dell’esecuzione, integra il predetto documento riferendolo ai rischi specifici da interferenza presenti nei luoghi in cui verrà espletato l’appalto; l’integrazione, sottoscritta per accettazione dall’esecutore, integra gli atti contrattuali”.


“Il Comune – spiegano - avrebbe dovuto predisporre un DUVRI (documento di valutazione del rischio da interferenze) ricognitivo per analizzare i rischi standard delle lavorazioni (sollevamento di lavoratori con piattaforma elevatrice), DUVRI che avrebbe dovuto essere poi integrato dal proprietario dei luoghi in cui avvenivano le lavorazioni (Comune stesso per aree demaniali, il proprietario per aree private) da una valutazione specifica relativa ai luoghi stessi (presenza di ostacoli in quota, di linee elettriche isolate o meno, di altri mezzi o persone transitanti a terra)”.

“Le attività appaltate – sottolineano - non rientravano tra quelle per le quali è possibile non redigere il DUVRI, in particolare quelle di cui al numero 3, in quanto, anche se di breve durata, esse rientravano tra quelle di cui all’Allegato XI del Decreto (“lavori che espongono i lavoratori a rischi di [...] caduta dall'alto da altezza superiore a m 2, se particolarmente aggravati dalla natura dell’attività o dei procedimenti attuati oppure dalle condizioni ambientali del posto di lavoro o dell'opera”)”.

“Oltre alle considerazioni del tutto tecniche che abbiamo provato sopra ad esaminare – concludono - vorremmo aggiungere altre osservazioni politiche. I committenti (privati o pubblici che siano) perseguono solo l’obiettivo del massimo risultato al minimo costo e per questo sono ben disposti a tagliare tutti i costi che ritengono “inutili”, tra cui quelli relativi alla salute e alla sicurezza di chi lavora, a solo vantaggio del loro maledetto profitto. Chi gioca con gli appalti al ribasso, per raggiungere maggiori guadagni e visibilità politica sovente non tutela la salute e la sicurezza ed è, a nostro avviso, doppiamente responsabile soprattutto quando si interpretano le normative a senso unico per giustificare il proprio operato”





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mercoledì 13 settembre 2017

SCIOPERO 02.10.2017 - 24 ORE


La CubTrasporti Fco a fronte dell'intervento della commissione di garanzia, posticipa al 02.10.17 lo sciopero di 24 ore del comparto aereo aeroportuale indotto SCIOPERO 02.10.2017 - 24 ORE

 La CubTrasporti Fco ed AirCrew Committee rilanciano l'appello a tutti i Lavoratori e a tutte le OO.SS del settore che subiscono da anni le conseguenze delle privatizzazioni e liberalizzazioni con l'avvento delle Low Cost e la conseguente precarizzazione generale del lavoro fino all'uso incontrollato delle cooperative! Non c'è tempo da perdere è urgente rilanciare una mobilitazione nazionale senza precedenti che coinvolga anche realtà internazionali che stanno vivendo le nostre stesse identiche problematiche!






LIVORNO NEL CUORE

Il Coordinamento Nazionale Autoferrotranvieri, è vicino a Livorno e a tutti i Livornesi, in questi momenti difficili , ci stringiamo con affetto alle famiglie che hanno perso i loro cari, invitiamo tutta la categoria autoferrotranvieri di sostenere la campagna LIVORNO NEL CUORE .







Risultati immagini per coordinamento nazionale autoferrotranvieri 27 marzo

domenica 3 settembre 2017

Le morti sul lavoro non sono mai casuali

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Le morti sul lavoro non sono mai casuali
















Morti sul lavoro a Lucca:  Duro intervento di Cub trasporti e Sindacato generale di Base 
ToscanaDue operai caduti due giorni fa a Lucca da una gru . 

La presa di posizione del sindacato Cub e Sgb: le morti sullavoro non sono 
mai casuali.Le cadute dall'alto rappresentano il 30% delle morti sul lavoro e dei gravi infortuni che  determinano invalidità permanenti e invalidanti. Non c'è niente di casuale nella morte  sul lavoro

 I nostri pensieri e la nostra solidarietà sono rivolti ai due operai morti a Lucca e ai loro  familiari, ma allo stesso tempo forte è la richiesta che si faccia piena luce sulle  dinamiche dell'accaduto.

 Urge conoscere la valutazione dei rischi, le misure di prevenzione correlate all’uso di  piattaforme di lavoro mobili eleva bili, i fattori di rischio, la portata e l’ inclinazione del  terreno, il carico nominale, la valutazione di interferenze, tutti elementi che dovrebbero  far parte di un documento di valutazione del rischio dalla cui analisi debbono partire le  indagini della magistratura e le valutazioni del caso.

 Urge inoltre conoscere se la piattaforma fosse stata messa in commercio nel pieno  rispetto sostanziale delle rigorose procedure di sicurezza stabilite dalla "Direttiva  Macchine" e se fosse tenuta in manutenzione e verificata regolarmente da enti abilitati,  secondo quanto stabilito dal Testo Unico sulla sicurezza.

 Urge infine conoscere se i lavoratori vittime dell'incidente fossero stati adeguatamente  informati, formati e soprattutto addestrati sull'utilizzo della piattaforma elevatrice,  secondo quanto stabilito dal Testo Unico sulla sicurezza e dal collegato Accordo  Stato/Regioni, per chi utilizza questo tipo di attrezzature.

 Ma la sicurezza dovrebbe essere parte integrante dell'appalto, con controlli da parte  della stessa committenza, soprattutto se si tratta di enti pubblici che in materia di salute  e sicurezza dovrebbero essere da esempio.

 La promozione di eventi e festival, che ormai caratterizza l'offerta culturale e turistica  dei comuni italiani, avviene troppe volte senza valutare con attenzione le condizioni di  lavoro dell'appaltatore. Spesso i capitolati impongono tempi di realizzazione e mole di  lavoro per le quali occorrerebbero sovente più lavoratori. Ma gli appalti sono  costantemente costruiti al ribasso e a rimetterci sono gli operai, rischiando la salute e  addirittura la loro stessa vita in condizioni di lavoro ben al di sotto degli standard minimi  di sicurezza.

 Le morti degli anni scorsi nel montaggio dei palchi per i concerti hanno messo in luce  una realtà fatta di sfruttamento e di scarse norme a tutela dei lavoratori e della loro  sicurezza. Ma ancora più gravi sono i procedimenti disciplinari in corso contro delegati  e lavoratori che pubblicamente hanno denunciato le scarse norme a tutela della  sicurezza ( in aziende pubbliche e private) per non parlare poi della depenalizzazione  di numerosi reati, del resto gli interventi del legislatore negli ultimi anni sono stati solo  funzionali ai datori di lavoro e alla loro impunità.

 Cub e Sgb chiedono che sia fatta piena luce e sia resa giustizia ai due lavoratori e ai  loro cari. Allo stesso tempo urge cambiare rotta in materia di appalti perché la tutela  della sicurezza non sia considerata un optional ma un elemento irrinunciabile, al pari  della valutazione di orari e carichi di lavoro