La direttiva per il rinnovo del contratto negli enti locali
La direttiva per
il rinnovo del contratto negli enti locali I dipendenti della Pa non dovrebbero
dormire sonni tranquilli stando alle direttive dei comitati di settore per il
rinnovo dei contratti nazionali dei singoli comparti. Al contrario si sogna il
rinnovo dei contratti e gli arretrati, ci si accontenta delle briciole senza
guardare alla sostanza del problema. Alla rassegnazione e alla passività ci
hanno abituato e da questa gabbia i\le dipendenti della Pa non vogliono uscire.
Eppure basterebbe ricordare che sono già passati due anni e mezzo da quando la
Consulta stabili' la illegittimità del blocco dei contratti e nel frattempo non
c'è stata 1 ora di sciopero. Partiamo dal lato economico; abbiamo perso quasi
1500 euro netti all'anno e questi soldi non li recupereremo piu'. I futuri
aumenti a detta dell'Anci sono a rischio se il Governo non restituirà parte dei
soldi che lo Stato ha tolto agli enti locali e il discorso vale soprattutto per
le città metropolitane. Hanno stravolto gli enti locali con la soppressione
incostituzionale delle Province ma a nessuno, anche dopo il referendum del
dicembre 2016, è venuto in mente di attaccare la Legge Del Rio. I decreti Madia
sulla Pa sono diventati legge senza alcuna opposizione, anzi le trattative sul
contratto sono continuate a rilento e nel silenzio. Il Governo voleva la
riduzione dei comparti da 11 a 4 e tutti i sindacati, Usb inclusa, hanno
sottoscritto questo accordo che permetterà di sottoscrivere contratti al
ribasso uniformando, sempre al ribasso, i trattamenti economici. Gli oneri per
il rinnovo dei contratti sono a carico dei bilanci degli enti locali sui quali
grava il taglio delle risorse statali, il rischio è di avere comuni e Regioni
con pochi fondi "costretti" ad aumentare le tasse e a svendere il
patrimonio immobiliare ai privati. La direttiva dice chiaramente che gli
accordi sottoscritti rimangono subordinati al reperimento di ulteriori risorse
finanziarie. Ma queste risorse dove le troveranno e non saranno frutto di
dismissioni, tagli al welfare? L'accordo del 30 Novembre 2016, quello che
prevedeva il mantenimento del bonus Renzi oltre agli "aumenti", è già
disatteso perchè i soldi sono pochi e sicuramente si accorderanno al ribasso.
Lo 0,34% del monte salari per il 2016 (da cui togliere la indennità di vacanza
contrattuale percepita ogni mese?), l'1,09 per il 2017 e l'1,45 per il 2018
tradotti in soldi sono meno di 50 euro netti. Un anno fa scrivevamo che le
trattative in corso erano al ribasso sotto il profilo economico ma nascondevano
anche un'altra insidia, ossia la riscrittura degli istituti contrattuali per
ridurre i fondi della contrattazione decentrata e ridimensionare le già esigue
materie oggetto di contrattazione. Ora leggiamo nella Direttiva che è
prioritario per il Governo semplificare la contrattazione e recepire in essa la
legge Madia (dai codici disciplinari alla riduzione delle indennità). Il
prossimo contratto non restituirà potere di acquisto e dignità al lavoro
pubblico, si guarda solo ad alcune figure e non ai profili professionali, si
inserirà nell'inquadramento contrattuale la figura del giornalista utile a
magnificare le sorti del programma di mandato dei sindaci e dei Governatori.
Non è di questo che la Pubblica amministrazione avrebbe bisogno. La direttiva
prevede nuove e maggiori forme di flessibilità delle prestazioni lavorative,
dopo la soppressione delle dotazioni organiche di riferimento (per assumere chi
vuole l'Amministrazione e non in base alle reali esigenze\carenze delle
macchine amministrative) si va verso l'aumento delle mansioni esigibili come
dimostra la progressiva soppressione dei B3 3 D3.. Da domani si assumeranno
nella posizione iniziale di categoria, b1 e d1, per risparmiare e per imporre
carichi di responsabilità maggiori Aumenteranno gli orari flessibili, gli orari
spezzati e quelli multiperiodali pensati per abbattere i costi dello
straordinario e far risparmiare le amministrazioni, altro che rispetto dei
tempi di vita e di lavoro come leggiamo nella direttiva. Anche la copertura
assicurativa del personale diventa un mistero.... Sul piano della
contrattazione da anni registriamo il progressivo indebolimento del sindacato e
delle rsu, ormai si discute solo nel merito del fondo con risorse per altro già
bloccate. Su tutte le altre materie dalle quali dipende la qualità del lavoro e
della vita non c'è potere di contrattazione. Si continua con gli accorpamenti
degli enti locali dentro una visione centralistica che determina anche minori
servizi alla cittadinanza oltre alla riduzione della forza lavoro. Permangono
tutti i vincoli esistenti in materia di spesa di personale, ragione per cui
numerosi Enti non saranno nelle condizioni di assumere. Le ferie e i permessi
retribuiti saranno anche frazionabili ad ore, questa non è una vittoria perchè
questi cambiamenti avvengono solo nell'ottica del risparmio e della contrazione
dei costi. Si rafforza il potere delle singole amministrazioni di entrare nel
merito della organizzazione del lavoro decidendo magari che le turnazioni (e le
relative indennità ) siano limitate solo ad alcuni periodi dell'anno. La
prestazione lavorativa in turno svolta in un giorno festivo verrà considerata
una ordinaria giornata lavorativa senza maggiorazioni, perderemo lo
straordinario e non ci saranno riposi compensativi L'accorpamento degli
istituti contrattuali rischia di determinare perdita salariale ,
semplificazione nel corso degli anni ha significato perdere soldi per il
mancato cumulo di alcune voci del salario accessorio. Si fa strada la ipotesi
delle forcelle retributive accessorie, il che determinerà stipendi diversi da
comune a comune, da amministrazione ad amministrazione (ricordate le gabbie
salariali contro le quali il sindacato tanti anni fa lottò? Vengono di fatto
ripristinate con forme diverse...). Le risorse della retribuzione individuale
di anzianità del personale andato in pensione saranno magari gestite con la
performance, un utilizzo per pochi e non a vantaggio di tutto il personale. Il
contratto nazionale lascerà sempre meno spazio alla contrattazione di secondo
livello non perchè si rafforza la contrattazione nazionale ma solo per ridurre
il potere delle rsu evitando di strappare condizioni di miglior favore (sempre
in nome della riduzione di spesa). Le posizioni organizzative (PO) saranno a
carico del bilancio ma dai fondi i soldi impegnati per le Po saranno tolti. E
intanto si prevede che le Po siano in aumento e con maggiore retribuzione,
aumenta la discrezionalità della politica anche nella gestione delle Po Le
progressioni orizzontali all'interno della categoria di appartenza saranno
soggette a ulteriori vincoli e procedure nuove secondo la logica premaile e
selettiva (saranno sempre meno ) SI fa strada anche negli enti locali il
cosiddetto welfare contrattuale, sanità e previdenza integrativa, che nei
meccanici hanno determinato il baratto degli aumenti con bonus (per le camere
di commercio si prevede la sanità integrativa pagata con parte dei soldi
destinati alla contrattazione decentrata tanto per intenderci). Stesso discorso
vale per la previdenza integrativa, saranno i lavoratori a pagarsela
rinunciando a parte del loro salario Aumenterà il ricorso al tempo determinato
e a tutte le altre forme di lavoro flessibili e precarie. Per quanto riguarda
la Polizia Municipale prosegue il percorso securitario che trasformerà i vigili
in una forza dell'ordine pubblico a discapito di tutte le altre funzioni fino
ad oggi svolte. Se è positivo il riconoscimento dell'equo indennizzo e il
rimborso delle spese di degenza per causa di servizio . è negativo che per
svolgere manifestazioni di carattere pubblico, le associazioni organizzatrici
(siano sindacati, no profit o gruppi politici) le spese relative all'utilizzo
della Pm siano a loro carico. In questo modo si stravolge la funzione stessa
del servizio pubblico. E le forme di indennizzo della operatività degli agenti
di Pm saranno a carico del fondo della produttività quando invece potrebbero
essere finanziate dall'art 208 del codice della strada. Della serie: le logiche
securitarie dei sindaci saranno a carico dei quasi 500 mila dipendenti degli
enti locali. Gli organi di revisione potranno intervenire e ottenere la
riapertura delle trattative e la riscrittura di un contratto decentrato, il
loro potere nel determinare i fondi e la distribuzione del salario accessorio
aumentano a discapito della contrattazione sindacale. Tutto cio' è scritto
nella direttiva dei comitati di settore euaonomie locali e Regioni Sanità,
scritto da Ottobre ma i sindacati ai tavoli delle trattative non hanno speso
una parola , non hanno informato i lavoratori e le lavoratrici. A ciascuno di
noi le dovute riflessioni, basta solo volerlo
CUB TRASPORTI SINDACATO GENERALE DI BASE
DI Lucca e Provincia Di Pisa
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